ma l'immondizia dove finisce?

L'emergenza rifiuti, a Napoli e dintorni, ha ormai abbondantemente superato i livelli d'allerta. 12mila tonnellate accumulate tra il Capoluogo e i comuni limitrofi, con serissimi danni per la colture, la fauna locale, e la salute degli abitanti. Le discariche sono piene, le raccolta differenziata è effettuata in percentuale ancora troppo bassa per dare un contributo significativo alla smaltimento e i termovalorizzatori - i quali, in ogni caso, necessitano della raccolta differenziata per poter funzionare - non vengono realizzati. Ora, forse, si apre uno spiraglio di speranza, dal quale soffia il vento gelido del nord. Dai Paesi scandinavi, infatti, dalla Norvegia, per la precisione, giunge un invito inaspettato. In sostanza, il Paese sgombererà Napoli dalla Monezza.. Là, il non aver problemi di spazzatura, paradossalmente, per gli scandinavi è un problema. Dove l'energia viene prodotta in gran parte dai termovalizzatori, la disciplinatezza e la scarsa produzione di spazzatura degli abitanti fa sì che il combustile primario sia inferiore alle necessità (Per approfondire visita IlSussidiario.net)

L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE CAMPANO - "Credo che chiuderemo presto l'accordo con le aziende norvegesi, i cui rappresentanti ieri hanno terminato il sopralluogo negli impianti campani", ha dichiarato Giovanni Romano, assessore regionale all'ambiente". "Ogni nave - ha aggiunto - porterà un carico di 4mila tonnellate. E questi paesi hanno necessità di bruciare combustibile da rifiuto per ricavare energia, giacché la loro produzione di spazzatura è di parecchio inferiore al fabbisogno energetico". Norvegia ma non solo. L'A2A, infatti, ha chiuso l'accordo con l'Andalusia "dove trasferiremo in una ventina di giorni, essendo state già avviate le procedure autorizzative, 40 mila tonnellate di umido", ha concluso l'assessore.

L'EXPORT DEI RIFIUTI - La Norvegia ma non solo. L'Italia, infatti, già da tempo esporta i propri rifiuti in tutto il mondo. L'entità di tale esportazione è descritta nel rapporto "Il movimento trasnfrontaliero dei rifiuti", e indica la capacità del nostro Paese di saper gestire e smaltire nostra spazzatura. Lo studio prende in esame i rifiuti speciali, tutti quelli, cioè, che non rientrano nella categoria degli urbani. Si tratta di quelli che provengono, ad esempio, dalle attività industriali e produttive. L'indagine si riferisce agli ultimi dati significati disponibili, desunti dagli ultimi MUD - Modello Unico di Dichiarazione Ambientale - dal 2002 al 2005. Questo perché, stando ad altri rapporti, riferiti al triennio 2005-2007, non si è verificato, in Italia, un sensibile incremento dello sviluppo infrastrutturale.

LA TOP TEN DEI PAESI IMPORTATORI - Il 90 per cento dei nostri rifiuti esportati finisce in Paesi europei. In cima alla lista degli importatori della spazzatura "made in Italy" troviamo la Germania, che incamera il 47 per cento dei rifiuti speciali e quasi la totalità degli speciali pericolosi. Dopo la Germania, troviamo la Grecia, che accoglie il 18 per cento dei rifiuti esportati, il Regno Unito, con il 10, la Cina, con l'8 la Francia con il 4.

LA TOP TEN DEI PAESI ESPORTATORI - Gli 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti importati in Italia, riguardano prevalentemente rifiuti speciali non pericolosi. Anche qui, il primato spetta alla Germania, da dove viene il 25 per cento della nostra spazzatura importata. Segue la Svizzera, con il 23 per cento, la Francia col 21%e, la Slovenia e l'Austria, entrambe con il 6. Importiamo, in particolare, legno (734mila tonnellate destinate agli impianti di produzione di pannelli truciolati), metalli (198mila tonnellate), vetro (129mila) e altri materiali come la plastica, i veicoli fuori uso o gli imballaggi (350mila tonnellate).

QUANTO COSTA - Esportare i nostri rifiuti, oltre a rappresentare un beneficio per chi li riceve, per noi ha dei costi. La Norvegia si prenderà in carico i rifiuti campani a 90 euro a tonnellata, sempre secondo quanto dichiara l'assessore campano. Non si tratta di una cifra esorbitante, se si considera che, l'accordo con la Spagna, prevede un costo di 130 euro a tonnellata. Sempre meno, in ogni caso, delle tariffe generalmente applicate in Italia per il trasporto dei rifiuti che spesso arrivano a quota 140 euro a tonnellata. A Palermo si è invece studiato un piano per mandare i rifiuti a Brema o Rotterdam. La cifra richiesta da un'azienda, per trasportare l'immondizia ai termovalorizzatori in Germania è di 70 euro a tonnellate. Un risparmio, secondo lo studio, rispetto alla tariffa di 140 euro praticata dall'Amia a carico dei comuni che portano i rifiuti nella discarica di Bellolampo.

Per approfondire visita IlSussidiario.net

Se si legge il libro di Saviano una parte dell'immondizia del paese(pericolosa e non) finisce nelle campagne della campania, per il resto non so...quella di casa mia(ciarpame ricordini ecc), non solo si nasconde benissimo, ma anche prolifica e fa figli...e cambia di posto quando decido fare un gran repulisti...

Nel dimenticatoio!

E' forte, purtroppo il tema dell'incenerimento dei rifiuti che il nostro amato governo, a suon di dito medio contro l'inno, vuole propinarci in ogni dove.

La Nimby mania (not in my backyard) è ormai un ricordo lontano. I cittadini sanno che l'inceneritore fa male a se stessi e all'ambiente anche se dista più di 100 km, perché le polveri sottili possono fare il giro del mondo, e possono farlo più volte...

Dovremmo seguire forse le orme del progetto Pimby (please in my backyard) che vuole capovolgere il concetto precedentemente espresso e renderlo da passivo ad attivo. Cioè non più i cittadini contro le amministrazioni ma i cittadini con le amministrazioni.

Tutti insieme per prendere le giuste decisioni.

Fatta questa premessa, per quanti si chiedono com'è possibile fare in modo che l'immondizia non ci faccia male la risposta è: ridurla.
Ridurre la produzione di immondizia vuol dire sì cambiare stile di vita, essere un pò più accorti alle cose che si comprano (cioè meno spreconi), ma anche (caro Veltroni...) cambiare tipologia di imballaggio delle cose che si comprano.

Quindi, da una parte, lo sforzo del cittadino e, dall'altra, quello delle grandi corporation e dei piccoli produttori.

Il progetto Riduci Imballi si pone quest'obiettivo. La riduzione dei rifiuti da imballaggio è necessaria e 'vitale' e l'associazione aiuta comuni ed imprese a creare progetti per l'attuazione di questo 'sogno'.

La dimostrazione della fattibilità di questo progetto sta tutta nelle immagini allegate.

Oltre a latte e detersivi questa strategia è applicabile al vino, ai pannolini lavabili e con la vendita di prodotti del territorio (che non sono cioè costretti a viaggiare per migliaia di km).

Tutti noi dobbiamo fare uno sforzo congiunto e comprare meno cose, comprarle giuste e fare la raccolta differenziata. Per la nostra salute, quella dei nostri cari e quella del mondo, non possiamo fare altro.

ragazze è veramente vergognoso!!! solo questo... poi al sud... ancora peggio... per giorni interi l'immondizia si accomula... non vengono a ritirarla perche non pagano gli operatori ecologici.... è veramente uno schifo!